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Le sculture in Bronzo di
J. Seward Johnson

Gstaad
2001


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Replicanti e tecnorealismo

Le sculture di Johnson sono figurative, ma sono soprattutto innovative e modernissime per caratteristiche tecniche.
Sono bronzi realizzati nella fonderia di Mercerville con procedimenti assai complessi, con l'impiego di circa settanta persone nel corso delle varie fasi preparative.
... queste statue dal formato e dalle foltezze sorprendentemente umane che vorrebbero mischiarsi a noi, vivere negli stessi luoghi che noi frequentiamo.
Giorgio Di Genova ha giustamente sottolineato la naturalitas del popolo bronzeo di Johnson, evidenziando l'immediatezza comunicativa dei "Replicanti"; svilupperei ulteriormente l'argomento osservando che l'aspetto delle statue è senza dubbio "naturalissimo " anche se ci sorprende la tecnica usata per la sua artificiosità, quasi che si trattasse di materiali e procedimenti che vengono dal futuro piuttosto che dal presente.

In questa ambigua, sottilmente contraddittoria dialettica tra natura e artificio è contenuta molta dell'efficacia dei Replicanti: subito ci attraggono perché sono fatti esattamente come noi, hanno le nostre stesse pose, ci invitano ad instaurare con loro rapporti confidenziali; poi, ci allontanano con la loro strepitosa perfezione materica, come se si compiacessero di averci illuso, e allora avvertiamo un improvviso, intenso disagio nell 'ammirare un "doppio " che non è uguale a noi, che è forse meglio di noi...

Vittorio Sgarbi
(dalla presentazione al volume
Le sculture in bronzo di J Seward Johnson, Jr)

 

Mirror images and techno-realism

Johnson's sculptures are representational, but above all they are innovative and extremely modern in their technology.
They are bronzes executed by the artist with very complex procedures. Particularly meticulous is the coloring of the metal, obtained through a very remarkable number of layers of color, and the intricate textures the surfaces.

These sculptures in a human form and with surprisingly human features that would like to intermingle with us, to inhabit the same spaces that we ourselves frequent.

Giorgio Di Geneva has correctly emphasized the naturalitas of Johnson's bronze people, pointing out the communicative immediacy of the "Replications". Indeed, I would like to further develop the argument observing that the appearance of the sculptures is without doubt "naturalism" even if the technique used is surprising because of its technical sophistication artificiality.

It's almost as if these were materials and procedures coming to us from the future rather than the present. In this ambiguous, subtly contradictory dialectic between nature and artifice lies a great deal of the effectiveness of the replications: they appeal to us immediately because they are made exactly as we are, they have our same poses; they invite us to enter into a confidential relationship with them and then they send us away again with the resounding perfection of their material.
It is as if they took delight in having fooled us, and now we are aware of an unexpected, intense embarrassment in admiring a "double" that is not like us, that is perhaps better than we are...

Vittorio Sgarbi
(from the presentation of
Le sculture in bronzo di J Seward Johnson, Jr)

Vittorio Sgarbi