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ARTeMICRANIA:
opere e parole tra mal di testa e metafisica
GIORGIO DE CHIRICO
Circolo Brutium
10-17 settembre 2003
La
mostra >>
In contemporanea al
congresso mondiale per lo studio del mal di testa della
International Headache
Society, Roma ospiterà
la mostra Artemicrania:
opere e parole tra mal di testa e Metafisica, con il
contributo dell'Accademia Romana del Mal di Testa coordinata
dal Prof. Giuseppe Nappi.
L'evento - che si inaugurerà giovedì 11
settembre alle ore 18,30 a cura della Galleria Cà
d'Oro, in collaborazione con la Fondazione Giorgio e
Isa de Chirico - comprende n. 18 oli ed n. 4 Calligrammi
di Giorgio de Chirico esposti nella sede del Circolo
Brutium, in via IV Novembre a Roma.
Le
tesi che ispirano questa mostra, sono tratte dal volume
"L'enigma Giorgio de Chirico - La nascita della
pittura Metafisica dallo spirito dell'emicrania"
del Prof. Ubaldo Nicola, rappresentano un nuovo argomento
di studio per le neuroscienze e sono per molti aspetti
ancor largamente da accertare.
Il legame tra il padre della Metafisica e l'emicrania
si attesta sul piano del disturbo, di cui è dimostrato
che de Chirico soffrisse, e di cui si possono rintracciare
testimonianze nei suoi scritti autobiografici.
E' lecito chiedersi se e come i mal di testa abbiano
potuto influenzare la creatività e la produzione
artistica del Maestro; il rapporto non sembra essere
improbabile rileggendo alcune pagine in cui l'artista
racconta come nacquero alcune delle sue opere. I numerosi
fenomeni "auratici" che l'artista denunciava
come "febbri spirituali", rivelazioni o fantasmi,
sono invece da spiegarsi come sintomi e chiamano in
causa la neurologia. Negli Interni Metafisici, le entità
visibili, di strambe geometrie, comprendono molte delle
forme "allucinatorie" frequentemente esperibili
nell'emicrania, o il Sole sul cavalletto, possibile
descrizione di fenomeni psicosensoriali fosfenici (una
sorta di allucinazione visiva elementare). E ancora
il ciclo pittorico Bagni Misteriosi, (Bagni misteriosi
con cigno e il nuotatore nel bagno misterioso) su cui
la critica si è particolarmente arrovellata,
le cui le linee a zigzag lasciano di nuovo supporre
una fenomenologia auratica. E così, dall'analisi
accurata dei disturbi e delle visioni che accompagnarono
la sua pittura, si può ammettere che lo stato
neurofisiologico sia stato determinante, senza eleggere
la patologia a fattore principale ma subordinandolo
comunque alla sensibilità e alle doti artistiche
del genio.
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