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Rinaldo
Gèleng
Roma
Galleria Ca' d'oro
1993 e 1997
Via
Frattina
2000
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Presentazione
...Rinaldo, a Milano ci andò il
giorno dopo e fece il ritratto a tutti gli impiegati
di quel signore ... da quel giorno non si è più fermato:
migliala di volti, industriali, porporati, aristocratici,
finanzieri, donne bellissime. Géleng ha fatto quello
che voleva fare, che sa fare, e l'ha fatto per tutta
la vita, e continua a farlo, senza ripensamenti, senza
deviazioni, con assoluta naturalezza, con umiltà e quella
modestia artigianale che appartiene agli artisti identificati
in un mestiere che eseguono senza perdere tempo a farsi
domande o a giudicarsi.
L'aver scelto, come pittore, di dedicarsi al ritratto
e quindi ai volti, alle fisionomie, alle espressioni,
questa specializzazione nell'esprimere il suo talento,
questa sottotraccia magnetica che lo ha guidato, è stata
anche la coincidenza che da ragazzi ci ha fatto incontrare
e che ha continuato in qualche modo a farci sentire
uniti, quasi nello stesso lavoro, per tutti questi anni.
...
Rinaldo è riuscito sempre a trattenersi
al di qua, è riuscito in qualche modo a stabilire un
armistizio con la propria supremazia d'artista, per
mitezza di carattere, bonarietà e grazia d'ispirazione.
Tutte le tele di Rinaldo, tutti i suoi ritratti, conservano
qualcosa del riflesso argentato dello specchio come
avessero assorbito la luce da un pianeta ascendente
o dalle pareti segrete di un tabernacolo in cui fossero
state riposte a decantare per lungo tempo.
Fra chi guarda e il soggetto guardato, appare, si rivela
questa luce remota, lunare, la luce di un incantamento,
di cui l'immobilità viva, delle persone ritratte ripropone
la propria impenetrabile vicenda.
Federico Fellini
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