Autoritratto di Rinaldo Gèleng

Federico Fellini

Marzia Caltagirone, Marina Ripa di Meana, Rinaldo Gèleng e Gloria Porcella alla mostra di ritratti in via Frattina

Gloria Porcella, Rutelli e Gèleng

Rinaldo Gèleng

Roma
Galleria Ca' d'oro
1993 e 1997

Via Frattina
2000

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Presentazione

...Rinaldo, a Milano ci andò il giorno dopo e fece il ritratto a tutti gli impiegati di quel signore ... da quel giorno non si è più fermato: migliala di volti, industriali, porporati, aristocratici, finanzieri, donne bellissime. Géleng ha fatto quello che voleva fare, che sa fare, e l'ha fatto per tutta la vita, e continua a farlo, senza ripensamenti, senza deviazioni, con assoluta naturalezza, con umiltà e quella modestia artigianale che appartiene agli artisti identificati in un mestiere che eseguono senza perdere tempo a farsi domande o a giudicarsi.
L'aver scelto, come pittore, di dedicarsi al ritratto e quindi ai volti, alle fisionomie, alle espressioni, questa specializzazione nell'esprimere il suo talento, questa sottotraccia magnetica che lo ha guidato, è stata anche la coincidenza che da ragazzi ci ha fatto incontrare e che ha continuato in qualche modo a farci sentire uniti, quasi nello stesso lavoro, per tutti questi anni.

...

Rinaldo è riuscito sempre a trattenersi al di qua, è riuscito in qualche modo a stabilire un armistizio con la propria supremazia d'artista, per mitezza di carattere, bonarietà e grazia d'ispirazione.
Tutte le tele di Rinaldo, tutti i suoi ritratti, conservano qualcosa del riflesso argentato dello specchio come avessero assorbito la luce da un pianeta ascendente o dalle pareti segrete di un tabernacolo in cui fossero state riposte a decantare per lungo tempo.
Fra chi guarda e il soggetto guardato, appare, si rivela questa luce remota, lunare, la luce di un incantamento, di cui l'immobilità viva, delle persone ritratte ripropone la propria impenetrabile vicenda.

Federico Fellini

 

 

 

   
 
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