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GABRIELE
De STEFANO
Galleria
Ca' d'oro
Roma
1976
È affascinante e stupefacente riconoscere
come nell'arte di Gabriele De Stefano convivano sempre
aspetti fra loro contrastanti, elementi dicotomici che
si contrappongono costantemente, generando una sorta
di pulsione vitale dai toni spesso esasperati e dalle
improvvise accensioni espressive. Non vi è pace in quest'arte
non si può parlare di una superficie armonica in una
struttura lineare e consunta, cromaticamente aggredita,
calpestata, dissacrata e corrosa da una materia pittorica
che non ammette clemenza e non concede respiro.
...
I lavori di De Stefano dichiarano una struttura estetica
estremamente complessa sul piano linguistico e profondamente
articolata su quello tematico, da un lato la netta definizione
di una superficie materica amalgamata dal collante pittorico,
dall'altro una tabulazione enigmatica magicamente evocativa
e simbolica.
La linea del contrasto si evidenzia subito sul crinale
fra la definizione di una superfìcie territoriale e
un orrizzonte iconico, cioè fra l'affermarsi di una
grammatica espressiva dai contorni contemporanei e il
ricordo di un'immagine dal potere narrativo e rassicurante.
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