Vanni Viviani – Vitalità del mito

barbara | gennaio 5th, 1995 - 17:38

Viviani conta sempre, ovviamente, sull’intelligenza e la complicità dello spettatore, per rendere credibili le apparizioni: ed è tramite la meraviglia, la capacità di stupirsi e dunque di cogliere empateticamente, negli accadimenti surreali dell’imbandita allegoria teatrale, la presenza di un regista che ancora sa dissolversi nell’opera e identificarsi nell’evento simulato muovendosi dietro le quinte del palcoscenico ove, tra le belle invenzioni e le stupefacenti fantasie magiche, si recita tuttavia la commedia umana.

Il pomo in definitiva, è la chiave di volta dell’immaginario di Viviani, la sua cifra figurale distintiva, l’ideogramma universale che gli consente di attraversare liberamente i confini dei codici e dei linguaggi, dei generi e dei periodi artistici. Il pomo galeotto è testimone e compli- ce di scorrerie e diporti nei territori rarefatti di una cultura segnatamente visiva.

Tra il pomo e il contesto figurale – sia un brano evocato dal repertorio alto della storia dell’arte sia una presenza comune o un aspetto della vita quotidiana – si innesca un gioco di scambi e di integrazioni basati sui meccanismi associativi e analogici, che complicano i percorsi di lettura dell’immagine e maliziosamente intrigano lo sguardo con la seduzione delle forme eleganti e sensuali e l’ambiguità dei significati.

Voglio ricordare che l’ingresso della mela nell’iconografia di Viviani avviene sullo scorcio degli anni Sessanta, in clima diffusamente pop.

L’artista già praticava il metalinguaggio, in un ambito figurale ispirato alla civiltà rurale padana, dalla quale provenivano il grano e gli altri oggetti.

Viviani ha saputo creare situazioni illusive affascinanti con un’abilità registica e una stravaganza tali da instaurare, sulla scena, un adeguato clima di leggerezza. Ossia quel sovrano sorriso che, attributo divino, nel caso di un artista, si traduce nella virtù di tenere l’immagine felicemente in bilico tra l’intuizione poetica della visione e l’elaborazione critica del gioco intellettuale.

Nicola Micieli

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