Giacomo Manzù è la scultura, per l’Europa e per l’arte internazionale. Sono 10 anni che il mondo è privo di una sua opera e tuttavia il terzo millennio ha ricevuto in eredità i valori della sua Arte: carità, leggerezza e levigatura.
La mostra, organizzata in collaborazione con la Galleria Ca’ d’Oro è l’inizio di un percorso che abbiamo deciso di intraprendere: quello di portare a conoscenza prima dell’Europa e poi del mondo intero, quale sarà il futuro punto di riferimento della nostra cultura nazionale.
Un percorso che abbiamo deciso di iniziare proprio in occasione dela decimo anniversario della sua scomparsa con l’esposizione delle opere del grande Maestro.
Giacomo Manzù è il secondo millennio: figlio del Medievo artigiano, è riuscito a levigare la materia fino alla leggerezza della sua forma, all’eleganza delle sue pieghe, alla rarità delle sue espressioni simboliche.
Questa mostra rappresenta l’0inizio di un progetto che ha lo scopo di far conoscere all’estero alcuni dei più grandi artisti italiani. Il grande cambiamento che c’è stato in questi anni nel nostro paese è una vera e propria rivoluzione culturale.
Vogliamo decostruire la figura stereotipata dell’artista “organico” a questa o quest’altra forza politica e affermare un’arte che rappresenti l’Italia nel mondo, attraverso la consacrazione dei principi e degli ideali comuni a tutto il nostro paese.
Ad aprire la porta della conoscenza degli artisti italiani non dovranno più essere solo i privati ma, d’ora in poi, anche le diverse forme di aggregazione sociale e istituzionale, come i partiti politici, che dovranno entrare direttamente nella diffusione di tale conoscenza attraverso l’organizzazione e incentivazione di manifestazioni come questa, poichè sono i principi e gli ideali sostenuti fortemente dal mondo dell’arte che hanno costituito la base e il fondamento per la crescita e lo sviluppo delle grandi democrazioe.
Tra questi valori la pace ideale che cercava di trasmettere Giacomo Manzù in tutte le sue opere è quella pace a cui tende tutto il mondo civile e che oggi più che mai è compromessa da persone o paesi che hanno perso per strada le proprie radici e più semplicemente hanno abbandonato la più sicura forma di riscatto sociale: la Cultura.
Come scrisse il famoso scrittore Tolkien: “le radici profonde non gelano”, e con questa nostra iniziativa vorremmo contribuire a quella primavera culturale italiana che auspichiamo con forza.
Antonio Tajani