VENERE ALLO SPECCHIO – IREM INCEDAYI

barbara | maggio 28th, 2012 - 09:46

L’incontro tra Oriente e Occidente, su un ponte ideale tra passato e futuro, osservato nel riflesso di un’eterna bellezza femminile. Tutto questo confluisce nel lavoro di Irem Incedayi, artista romana di origine turche, che presenta alla Galleria Ca’ d’Oro il suo ultimo ciclo di opere nella mostra “Venere allo specchio”, a cura di Gloria Porcella e Lamberto Petrecca.

Dal 5 al 24 giugno, nella storica sede di piazza di Spagna, saranno ospitate 20 tele di medio e grande formato che raccolgono l’eredità artistica multiculturale dell’artista.

Nelle opere di Irem Incedayi prendono forma i miti nati sulle opposte sponde del Mediterraneo.

Intrecci di calligrafie e motivi orientali disegnano una trama fitta e inestricabile creando un labirinto dal sapore bizantino che si apre all’equilibrio delle forme recuperate dall’Occidente classico dei palazzi di Pompei e Roma. Lo studio di diverse tecniche approda in una forma pittorica che vede le tele trattate come fossero muro, per farne una sorta di “strappi d’affresco”.

Il carattere universale ed eterno della bellezza femminile costituisce il leitmotiv della mostra “Venere allo specchio”, nella quale Irem Incedayi riesce a costruire un punto di contatto spazio-temporale tra Oriente e Occidente coniugando la perfezione formale dell’arte greco-romana con il decorativismo e la preziosità del linguaggio artistico orientale. Le sue Afrodite, Artemide, Venere, Naiade emergono da un passato glorioso per essere catapultate in un presente che appare lontanissimo, ma nel quale riescono a trovare il proprio posto grazie proprio alla bellezza.

“VENERE ALLO SPECCHIO” di Gloria Porcella

Il serrato e non sempre pacifico confronto tra Oriente e Occidente si perde nella notte dei tempi. Lunghe e aspre guerre hanno caratterizzato i rapporti tra le due civiltà e ancora oggi le tensioni sono ben lontane dall’essere appianate, rendendo la convivenza serena un obiettivo lontano e arduo.

Due mentalità, due filosofie di vita difficili da conciliare: da un lato la logica capitalista e razionalista dell’Occidente, ispirata al mito della ragione e del progresso; dall’altro la tendenza del mondo panarabo e, in generale musulmano, a rimanere solidamente ancorato ad un passato glorioso e ad antiche tradizioni, un universo in cui la religione permea fortemente ogni aspetto della società civile.

Eppure, al di là delle macro differenze, è possibile mettere in luce dei valori consustanziali ad entrambe le culture, valori universali sotto la cui egida si può sperare di trovare un confronto costruttivo e pacifico. E quale istanza è meglio rappresentativa di questa ricerca se non il culto del bello attraverso le più svariate forme d’arte? Il carattere universale ed eterno della bellezza costituisce il leitmotiv della mostra “Venere allo specchio” e l’obiettivo di Irem Incedayi è proprio quello di creare una sorta di ponte ideale tra Oriente e Occidente, coniugando il mito e la perfezione formale dell’arte greco-romana, con il decorativismo e la preziosità del linguaggio artistico orientale. Nata a Roma, ma di origini turche, le istanze culturali occidentali e orientali sono sedimentate e convivono amabilmente nel suo animo, consentendole di ricreare questa stessa unità sulla superficie della tela.

Quasi fossero antichi affreschi strappati dalle loro sedi originarie, le opere emanano una poetica e delicata aria di vetustà che si sposa appropriatamente con i soggetti trattati: una sequela di divinità e personificazioni del mito greco e romano, immerse in sfondi la cui finezza decorativa e i colori cangianti, ottenuti anche attraverso l’utilizzo della foglia d’argento, riportano subito la mente a precedenti analoghi dell’arte bizantina e islamica.

Ma perché titolare la mostra “Venere allo specchio”? Naturalmente questo oggetto di vanità rimanda immediatamente alla bellezza, al desiderio di attrarre, di sedurre, tutte peculiarità che verosimilmente riconducono alla figura di Venere. Tuttavia è da sottolineare un’altra caratteristica accostabile allo specchio-oggetto: sua prerogativa è quella di riflettere l’immagine di chi lo osserva. Nel caso specifico la specularità riscontrabile si concentra sul dualismo Venere/Afrodite: qual è l’immagine che vede Venere osservando lo specchio? E’ il suo alter-ego greco, Afrodite. Dunque ancora una volta Irem Incedayi dimostra di saper unire, anche sul piano simbolico e non solo formale, diverse culture, molteplici tradizioni accomunate da un unico denominatore: l’arte e la bellezza.

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